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La competitività delle nostre imprese nel mondo

Contesto

L’Europa riveste un ruolo cruciale per le imprese del nostro Paese, con oltre il 50% delle esportazioni italiane dirette verso l’UE, e le regole europee rappresentano più del 70% della normativa di riferimento. Tuttavia, l’attuale modello produttivo dell’Unione Europea è stato modellato in un’era pre-digitalizzazione.

Risulta così caratterizzato da una forte presenza di imprese manifatturiere con tecnologie mature e da una prevalenza di piccole imprese con una limitata propensione all’innovazione, e fatica oggi ad affrontare la doppia transizione ecologica e digitale. Per garantire la competitività delle nostre imprese e creare le condizioni per la prosperità economica europea è essenziale che l’UE si impegni nella costruzione di un modello produttivo più competitivo.

Su cosa agire

Una visione industriale comune e più investimenti comuni

L’UE è chiamata a implementare e sostenere una tripla transizione – verde, digitale e sociale – in competizione con le economie più forti del pianeta. Ciò richiede una visione industriale comune, che superi l’attuale frammentazione, e il pieno sfruttamento delle prerogative del mercato unico, necessariamente esteso ai settori (finanza, energia, telecomunicazioni) che ne sono stati fin qui tenuti a parte. Non solo: è necessario che l’UE guadagni una capacità di investimento molto superiore a quella che è stata fin qui in grado di esprimere, sia attraverso l’ampliamento del bilancio europeo, sia attraverso il ricorso al debito comune – com’è accaduto per finanziare la ripresa post-Covid con il Next Generation Eu –, sia attraverso strumenti che indirizzino verso il sistema produttivo le ingenti masse di risparmio privato dei cittadini europei.
È necessario investire molto di più in ricerca nei settori strategici per il futuro, e favorire la nascita di “campioni europei” in settori cruciali come il cloud, l’intelligenza artificiale, i computer quantistici e i microchip. Questo richiede una governance che attribuisca maggiori poteri a politiche industriali comuni e finanziamenti paragonabili a quelli mobilitati dagli Stati Uniti e della Cina, con strumenti per attrarre ingenti capitali privati.

Iniziative come il Green Deal, la Legge sulle materie prime critiche e la Legge sull’industria a zero emissioni sono importanti, ma devono essere sostenute da adeguate risorse finanziarie e da strumenti che accompagnino le imprese nei processi di transizione. È fondamentale anche promuovere un modello sociale europeo inclusivo, sostenibile e competitivo, gestendo adeguatamente le transizioni occupazionali. Sono inoltre necessari investimenti nelle infrastrutture, nel completamento della rete transeuropea di trasporto e nell’integrazione dei mercati finanziari per attrarre capitali e facilitare l’accesso al mercato dei capitali per le PMI.

Semplificazione amministrativa

Uno dei primi passi fondamentali per accompagnare le imprese in questi delicati processi di cambiamento e innovazione è la semplificazione: è cruciale ridurre le procedure amministrative eccessivamente onerose, soprattutto per le imprese di piccola dimensione. Deve vigere a questo riguardo un criterio di proporzionalità degli adempimenti, in assenza del quale il tessuto produttivo italiano – più di altri caratterizzato da piccole e micro imprese – risulterà particolarmente penalizzato. Così come è necessario sottoporre ogni processo decisionale europeo alla valutazione della competitività.

Relazioni con il resto del mondo

Per essere competitiva a livello globale, l’Europa deve rafforzare e ampliare la rete degli accordi di libero scambio.

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