fbpx Skip to main content

Giorgio Gori

Sono Giorgio Gori e, attualmente, sono Eurodeputato al Parlamento europeo

Mi sono laureato in Architettura, con specializzazione in urbanistica, al Politecnico di Milano. Negli stessi anni, ho iniziato la mia carriera come giornalista in diverse redazioni locali di Bergamo, la mia città natale. Nel 1984 sono entrato a far parte di Rete 4 (una delle principali emittenti televisive italiane, allora di proprietà del gruppo Mondadori). Successivamente, ho lavorato per molti anni nelle reti Fininvest/Mediaset e ho diretto sia Canale 5 che Italia 1.

Qui ho conosciuto Cristina Parodi

 che allora era uno dei volti del TG5: ci siamo sposati nel 1995 e a Bergamo abbiamo deciso di costruire la nostra famiglia. Abbiamo avuto tre figli, Benedetta, Alessandro e Angelica.

Nel 2001 ho lasciato Mediaset per avviare Magnolia, una casa di produzione televisiva specializzata nello sviluppo e nella produzione di contenuti per la televisione e i media interattivi, di cui sono stato amministratore delegato fino al 2011.

Nel 2012, dopo aver lasciato tutte le mie attività imprenditoriali, ho deciso di dedicarmi alla politica

e insieme a un gruppo di amici, ho fondato l’Associazione InNova Bergamo, per approfondire i temi urbanistici e sociali della mia città. Nel 2014 mi sono candidato a Sindaco di Bergamo, vincendo al ballottaggio. Nel 2019 ho vinto nuovamente, questa volta al primo turno, diventando il primo sindaco riconfermato nella storia della città da quando si vota direttamente il primo cittadino.

Il mio secondo mandato è stato profondamente segnato dalla pandemia da Covid-19

che ha colpito Bergamo con grande violenza. La città ha affrontato difficoltà enormi, ma ha saputo dimostrare anche straordinaria solidarietà e resilienza. Ho raccontato questa esperienza e riflettuto sul futuro del nostro Paese nel mio libro “Riscatto”, pubblicato a novembre 2020.

Al termine della mia esperienza da Sindaco, ho deciso di candidarmi alle elezioni europee

nella fila del Partito Democratico. Dopo una lunga campagna elettorale, nel 2024 sono stato eletto con oltre 211 mila preferenze nel collegio Nord-Ovest.

Oggi l’Europa è l’orizzonte che più mi motiva

consapevole che le sfide attuali richiedono soluzioni di più ampio respiro. Mi interessano temi come la crisi demografica e il suo impatto su lavoro, sanità e previdenza, la gestione dell’immigrazione, la politica industriale, l’innovazione e  la politica spaziale europea.

Attualmente ricopro il ruolo di Vicepresidente della Commissione ITRE

(Industria, Ricerca e Energia), sono membro sostituto della Commissione AFET (Affari Esteri) e membro della Delegazione per le relazioni con i Paesi del Mediterraneo e del Maghreb, dove ricopro anche il ruolo di relatore per i rapporti UE-Tunisia.

Il mio approccio dal privato alla politica

“Sono sempre stato uno sgobbone, uno che ai limiti del talento ha cercato di dare compensazione impegnandosi molto. Molto bergamasco, mi verrebbe da dire. Lavoro tanto e lavoro volentieri, e mi piace che le cose vengano bene”.

Quando mi sono candidato a Sindaco di Bergamo “non avevo idea di che tipo di rapporto potesse nascere con i miei concittadini: all’inizio pensavo a una cosa abbastanza manageriale, con tutte le specificità della politica [..] e del lavorare con la pubblica amministrazione – cosa di cui peraltro sapevo poco o nulla. E invece ho scoperto una dimensione molto più relazionale, molto più fisica ed emotiva, che lega un sindaco ai suoi concittadini e che è assolutamente uno degli aspetti più gratificanti di questa esperienza. Lo sperimenti quando attraversi a piedi le vie del centro o dei quartieri, e lo leggi nei saluti, nei sorrisi e negli sguardi delle persone che incroci, nelle parole di chi prende coraggio e ti ferma; persino nel distogliere lo sguardo di chi evidentemente non ti apprezza.”

Fare il Sindaco di Bergamo, insieme alla squadra dei miei assessori, insieme alla mia maggioranza, ha voluto dire nel primo mandato cercare di rendere più viva e dinamica la città, tirarne fuori le energie migliori, contribuire ad allargarne gli orizzonti e le ambizioni, mettere in circolo positività e concretezza. Il secondo mandato non so invece come sarebbe stato, se non fosse arrivato il COVID. Fare il sindaco nei mesi dell’epidemia è stato difficile e totalizzante, sicuramente molto faticoso. In quella buriana ho cercato soprattutto di essere un punto di riferimento, di trasferire un’idea di solidità e di fiducia, nonostante tutto. E spero di esserci riuscito.”